Un operatore con la pettorina rossa di Save the Children batte affettuosamente la mano a un bambino durante le attività di intervento psicosociale organizzate dall'Organizzazione per aiutare i bambini colpiti dal terremoto in Turchia nel 2023.
credits: Save The Children

Programmi internazionali e advocacy

Nonostante la lenta ripresa economica e sociale diseguale nei vari paesi del mondo - conseguente alla crisi legata al Covid-19, il 2023 conferma il trend che registra emergenze prolungate o improvvise che aggravano contesti già economicamente o politicamente fragili, o indeboliscono quelli più stabili e strutturati, rendendoli meno capaci di assorbire gli shock degli eventi climatici e politici a livello globale.

Abbiamo assistito allo scoppio di nuovi conflitti armati (come in Sudan o nei Territori Palestinesi Occupati), all’inasprimento di quelli esistenti (come tra Russia e Ucraina o in Congo) e a gravi emergenze naturali - come il terremoto che ha colpito le zone a cavallo della Siria e Turchia o l’ulteriore inasprimento di siccità o eventi estremi legati alla crisi climatica (come nel Corno d’Africa).

Save the Children ha continuato, come ogni anno, a modulare il proprio lavoro per rendere i programmi più flessibili e rilevanti ai contesti in cui operano, impegnandosi a mitigare gli effetti che il cambiamento climatico, i conflitti, le carestie, le emergenze umanitarie e la povertà hanno su bambine e bambini. In allineamento con la nostra strategia Globale, lavoriamo mettendo al centro dei nostri programmi le 3 fondamentali sfide per il cambiamento entro il 2030: i diritti di bambine e bambini ad un’istruzione di qualità, l’accesso ad una nutrizione e assistenza sanitaria adeguate e la protezione da violenze e abusi.

Ai 3 pilastri, continuiamo ad affiancare l’attenzione alle capacità economiche delle famiglie, tramite attività generatrici di reddito con un focus anche sugli adolescenti e sui giovani.

Per raggiungere gli obiettivi legati alle sfide della nostra strategia, continuiamo a consolidare e ad investire sforzi e tempo per identificare e definire approcci programmatici standard (che chiamiamo Common Approach) per poterli replicare in vari paesi e progetti ed assicurare un impatto positivo su giovani e bambini.

Ad esempio, abbiamo contributo ad inserire una lente inclusiva, di parità di genere e un’ottica green nel Life Skills for Success Common Approach dove lavoriamo con adolescenti e giovani sulle loro competenze e capacità di affrontare il mondo del lavoro. Allo stesso tempo, in Save the Children pensiamo che sia importante poter innovare, sfidarci e cambiare approcci per identificare nuove modalità di lavoro che abbiano un impatto ancora più di qualità o che raggiungano un maggior numero di bambini.

Cerchiamo di identificare, testare e portare su scala nuovi approcci che introducano la componente digitale finalizzata ad una maggiore efficacia dei nostri programmi con esperienze in Malawi sulla tecnologia a servizio dei progetti di salute, ad esempio; al contempo, stiamo sperimentando nuove modalità di partnership con attori del settore privato per modificare il loro impatto sociale e il modo in cui possiamo lavorare insieme per prevenire e mitigare le numerose emergenze, come in Uganda con una piattaforma, il RIL, che unisce attori del terzo settore e start-up giovanili. Con importanti attori del settore privato, inoltre, stiamo consolidando il lavoro sulle filiere del cacao e del caffè in Costa d’Avorio o Vietnam con lo scopo di ridurre i rischi e le violazioni dei diritti di bambine e bambini lungo la catena di fornitura delle aziende.

Al contempo, abbiamo rafforzato il dialogo e la collaborazione sulla tematica diritti umani e impresa, mantenendo l’aumento dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) centrale nelle nostre richieste al Governo, insieme ad un’ampia coalizione della società civile. Stiamo inoltre continuando ad esplorare modalità di lavoro non tradizionali con banche o enti del settore finanziario, per moltiplicare l’impatto sulle capacità economiche delle famiglie con cui lavoriamo.

Nel 2023, abbiamo sviluppato progetti in Malawi, Etiopia e Somalia, con l’obiettivo di rafforzare la capacità e l’autonomia dei partner e attori locali. Questi progetti rappresentano l’impegno della nostra Organizzazione verso la “localizzazione”, laddove con questo termine intendiamo un processo che mira a rendere gli attori locali dei contesti in cui operiamo sempre più competenti, autonomi e protagonisti del cambiamento.

Sempre coerentemente con le linee guida della nostra strategia, continuiamo a destinare un’attenzione speciale all’inclusione dei bambini nella nostra programmazione, concentrando i nostri interventi sui gruppi di minori i cui diritti fondamentali sono maggiormente a rischio per condizioni sociali ed economiche, genere, etnia, disabilità.

Rispetto al nostro impegno a proteggere i bambini da violenze e abusi e assicurarne i diritti, continuiamo a supportare le persone sfollate e coinvolte nella migrazione a causa di guerre, catastrofi ambientali e cambiamenti climatici nelle reti di protezione che possono accoglierli, nei paesi di origine delle persone che migrano, come la Costa d’Avorio, in quelli di transito, come l’Egitto, e di destinazione, come la Giordania o il Sudafrica. Abbiamo continuato a supportare i minori che si spostano lungo la rotta balcanica, al fine di rafforzare i sistemi di protezione per quelli che viaggiano soli e che sono a rischio di sfruttamento e violenza. Offriamo loro opportunità di apprendimento e informazioni sui loro diritti e sui rischi che potrebbero correre. Abbiamo continuato a promuovere l’implementazione del Common Approach sviluppato da Save the Children Parenting without Violence all’interno di programmi focalizzati a prevenire e contrastare abusi e violenza verso i bambini e gli adolescenti, in ambito domestico o nel loro quotidiano al di fuori di casa, in Bolivia, El Salvador e in Etiopia. In particolare, abbiamo trasmesso a genitori e care-givers conoscenze, competenze e modalità che favoriscano atteggiamenti positivi nella relazione con i figli, supportando bambini e adolescenti perché si sentano accolti e riconosciuti nelle comunità in cui vivono.

Per sostenere i diritti di bambine e bambini ad un’istruzione di qualità, anche nel 2023, abbiamo lavorato su modalità flessibili e innovative di didattica sia contribuendo al Fondo Globale Safe Back to School and Learning - sperimentatore di approcci innovativi portabili su scala - che promuovendo l’accesso e la qualità dell’educazione prescolare (per bambine e bambini da 0 a 6 anni). Abbiamo mantenuto un’attenzione forte sull’accesso ad un’educazione inclusiva e di qualità, continuando a formare insegnanti e ponendo l’attenzione sull’accessibilità degli spazi, sulla fornitura di materiali per la didattica inclusiva e sull’accesso all’educazione per minori con disabilità o appartenenti a minoranze etniche in Malawi, Mozambico, Albania, Vietnam, Kosovo e in Afghanistan.

Per continuare a contribuire all’accesso ad una nutrizione e assistenza sanitaria adeguate, abbiamo lavorato in Somalia e Kenya, dove le emergenze climatiche hanno avuto un impatto sulla produzione e quindi sull’accesso al cibo, in Malawi e Mozambico supportando le famiglie con progetti di prevenzione volti a rafforzarne la resilienza, attraverso il miglioramento dei mezzi di sostentamento, componenti di riduzione del rischio, salute, servizi idrici e igienico - sanitari. I nostri progetti di nutrizione e assistenza materno - infantile sono stati pensati per assicurare le cure necessarie alle madri e ai loro bambini, per combattere la malnutrizione e assistere le donne e i neonati prima, durante e dopo il parto. Continuiamo a sostenere l’avvio o l’espansione di attività generatrici di reddito, attraverso interventi multisettoriali che includono formazioni per gestire i raccolti e il bestiame, per prepararsi a eventi climatici estremi o epidemie, e per la coltivazione di cibo diversificato e altamente nutriente, ad esempio in Etiopia, Malawi e Afghanistan.

Abbiamo confermato il nostro impegno a supporto di giovani e adolescenti attraverso progetti di Adolescent and Youth Empowerment in Albania, Bolivia, Nepal e Uganda, interventi che promuovono il benessere e il protagonismo degli adolescenti e dei giovani tra i 12 e i 22 anni in condizione di vulnerabilità e povertà, promuovendone l’azione come agenti stessi del cambiamento. Nella nostra azione manteniamo un approccio che guarda al loro benessere, promuovendo un ambiente che ne favorisce la realizzazione del pieno potenziale personale e professionale.

Contrastare il lavoro minorile, tra opportunità e sfide

160 milioni di bambini e bambine sono coinvolti nel lavoro minorile. Oltre il 70% nelle filiere agricole. Nel 2023 le stime globali hanno mostrato un aumento del lavoro minorile, aggravato dall'aumento della povertà a causa del Covid19 e dagli effetti del cambiamento climatico e dei conflitti. Save the Children ha rafforzato gli sforzi con i governi dei paesi in cui interviene e i propri partner aziendali per individuare iniziative che li supportino nell’applicazione rigorosa di leggi e sistemi di protezione e nel cambiare i modelli di business.

Ad esempio, abbiamo sviluppato per Ferrero un set di linee - guida per contrastare il fenomeno del lavoro minorile nella filiera del cacao. Lo scopo è fornire strumenti concreti ai fornitori e alle cooperative locali per prevenire eventuali casi di lavoro minorile, migliorando le proprie pratiche di business e rispondendo alle esigenze di cambiamento sostenibile.

La condizione sociale e economica di donne e ragazze in Somalia

I distretti di Baidoa a Bay, Kahda e Daynile a Mogadiscio, nella regione di Banaadir, sono tra i luoghi più critici dove si riuniscono la maggior parte delle persone sfollate interne al Paese. In queste aree dove i servizi e le risorse scarseggiano, le disuguaglianze di genere sono preponderanti. Ci sono circa 1,2 milioni di donne e ragazze senza servizi essenziali di protezione contro la violenza sessuale e di genere, di tratta e altre forme di violenza. Donne e ragazze sono anche le prime vittime della siccità ed affrontano il rischio di abbandono scolastico e di matrimoni precoci.

Save the Children, attraverso il trasferimento dei fondi umanitari, sostiene i partner locali impegnati nella tutela di genere e promozione di un ambiente sociale non violento e inclusivo.

Save the Children alla COP28 di Dubai

Per la seconda volta, Save the Children Italia ha partecipato alla conferenza internazionale sul clima, la COP28 che nel 2023 si è tenuta a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. È stata l’occasione per portare all’attenzione dei decisori politici le istanze dei giovani e la necessità di aumentare le risorse finanziare per il clima destinate al rispetto dei diritti, dei bisogni e della voce dei minori. A questo fine abbiamo organizzato l’evento multistakeholder Investire nelle giovani generazioni per una giusta transizione che si è tenuto presso il Padiglione Italiano il 10 dicembre in presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin.

Sono intervenuti giovani attivisti da Italia e Repubblica Democratica del Congo, così come rappresentanti istituzionali dello Zimbabwe, della Global Partnership for Education, di Cassa Depositi e Prestiti e di Ferrero. Inoltre, insieme ai colleghi internazionali e in coalizione con altre organizzazioni, abbiamo contribuito ad influenzare il negoziato ottenendo l’istituzione e inclusione nel documento finale della COP28 di un dialogo tra esperti (Expert Dialogue) finalizzato ad identificare soluzioni agli impatti della crisi climatica sui minori, che sarà organizzato durante la sessione negoziale prevista per giugno 2024 a Bonn.

Save the Children Italia ha partecipato alla COP28 insieme a due giovani attiviste del Movimento Giovani per Save the Children, Vera e Martina, per portare la voce e le richieste dei più giovani nei processi decisionali e nelle interlocuzioni con attori chiave sul clima, quali ad esempio l’Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico, Prof. Francesco Corvaro, e per promuovere la formalizzazione in Italia di un meccanismo di partecipazione di giovani e minori alle politiche climatiche.

Modelli innovativi di business: il Kumwe Hub in Ruanda

Molte delle imprese dell’Africa subsahariana che puntano ad avere un impatto sociale hanno difficile accesso a fondi, a reti o a competenze necessarie per assicurare che le loro attività contribuiscano ai cambiamenti positivi nelle loro comunità. Affinché gli stessi investitori collaborino con loro, hanno bisogno di intermediari fidati che conoscano il contesto, siano in grado di supportare le imprese in un impatto di qualità sul territorio e allo stesso tempo di misurarlo concretamente. Questi elementi possono supportare le imprese sociali a crescere e allo stesso tempo a contribuire ad un impatto positivo nelle comunità in cui operano. La possibilità che anche piccoli attori privati nascenti lavorino su aspetti di impatto sociale è particolarmente significativo se si considerano i bisogni crescenti dell’infanzia a livello globale, con un numero di bambini che sono sfollati, in conflitto o in povertà come mai prima d’ora.

Save the Children in Ruanda ha creato un sistema per mettere in rete questi attori, inclusi gli investitori, facilitare l’accesso ai fondi e mettere a disposizione di queste realtà team di misurazione dell’impatto, competenze tecniche e conoscenza dei bisogni delle comunità e nel 2021 ha lanciato Kumwe Hub in Ruanda il cui compito è quello di sostenere e investire in start­up, piccole imprese e imprenditori che fanno la differenza per i bambini e le comunità dell’Africa subsahariana nei settori dell’istruzione, della salute, della nutrizione, della protezione e dell’inclusione.

Il nostro lavoro si svolge attraverso tre filoni: “Fase di laboratorio”, dove vengono sperimentate nuove soluzioni aziendali; “Incubatore”, dove le imprese diventano pronte per gli investimenti; “Fondi”, dove le imprese accedono ai finanziamenti. Così, in Ruanda, il Kumwe Hub ha supportato con expertise tecnica (in ambito nutrizionale), di business, con fondi di investitori e con la rete di relazione con scuole primarie locali, una piccola azienda nascente che produce porridge altamente nutrizionale. Il giovane imprenditore, in collaborazione con il Kumwe Hub, sta ampliando la sua produttività e la qualità del porridge, contribuendo ai pasti nelle scuole delle comunità in cui opera con prodotti di qualità e ad un prezzo equo rispetto al mercato. In questa maniera, oltre a portare avanti i suoi obiettivi di business, si innesta in un ruolo di contributore e sostenitore della nutrizione per i bimbi più svantaggiati.

Un cerchio che si chiude

Una volta ottenuta la laurea, ho applicato per una posizione con Save the Children e sono stata assunta come operatrice per un progetto che supporta l’educazione per i bambini dai 0 ai 5 anni. Tengo sempre a mente quanto Save the Children mi abbia insegnato e ora è il mio turno! Ho molta passione nel lavoro con i bambini e penso che l’educazione in età prescolare sia fondamentale. Mi piace trasmettere tutta la mia energia, ridere quando bisogna ridere, piangere se c'è bisogno di piangere e cantare quando abbiamo bisogno di cantare.

Belinda, supportata da un programma di Save the Children, è entrata a far parte dello staff come tecnica per l’implementazione del progetto EIA (Integral Learning Spaces) finanziato da Save the Children Italia nelle zone rurali di Chuquisaca e Potosi in Bolivia