Principali campagne
Stop alla guerra sui bambini
Dal 2019 portiamo avanti una campagna per gli oltre 400 milioni bambini che vivono in una zona di guerra e non hanno conosciuto altro che violenze o campi profughi, da quando sono nati. L’attenzione per il conflitto in ucraina prima e quello israelo-palestinese dopo, ha ricordato a molti di noi la brutalità della guerra e il terribile impatto sui minori, ma ci sono tanti altri conflitti poco ricordati e troppi bambini coinvolti. Il mondo deve fare molto di più per garantire che siano assistiti.
La campagna e le attività di comunicazione
Il lancio della campagna è avvenuto in occasione dell’anniversario della guerra in Ucraina con un video molto potente focalizzato sulle difficoltà che incontrano i bambini dei paesi in guerra. Per loro sopravvivere è solo l’inizio. La nostra richiesta, tradotta in una petizione, è che i crimini di guerra contro i bambini siano perseguiti e i responsabili assicurati alla giustizia. L’Italia in passato ha ricoperto ruoli di primo piano nella tutela del diritto internazionale. Il nostro paese può e deve avere un ruolo incisivo nell’assicurare che i responsabili delle violazioni dei diritti dei minori siano chiamati a risponderne attraverso tutti i meccanismi esistenti, giudiziari e non.
Le nostre richieste sono state sostenute da diverse celebrities, in particolare, dai cantanti che hanno partecipato al concerto Tocca a noi, organizzato nel 2022 subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, per ribadire il loro invito alla pace. Tra questi Vasco Rossi, Elisa, Noemi, La Rappresentante di Lista, Gianni Morandi, Andrea Delogu, Gaia, Rancore, Paolo Benvegnù, Fast animals and slow kids.
Tra febbraio e marzo abbiamo lanciato tre rapporti, per portare all’attenzione dati importanti sulle violazioni che subiscono i bambini che vivono in paesi in guerra:
- The forgotten ones - Il settimo Rapporto della serie Stop the War on Children che mette insieme dati e le storie dei bambini che vivono in aree di conflitto.
- A Heavy Toll - L’impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina – Il Rapporto su un anno di guerra in Ucraina.
- Ad ogni passo un rischio - Il Rapporto sull’eredità mortale degli ordigni esplosivi per i bambini dello Yemen.
Abbiamo voluto raccontare cosa succede in questi paesi anche con strumenti innovativi, entrando per la prima volta nel Metaverso con uno spazio ricco di contenuti e di attività di engagement, per avvicinare le persone ad una tematica complessa con strumenti capaci di incuriosire e di stimolare l’approfondimento.
A seguito dell’esplosione del conflitto israelo-palestinese insieme ad altre organizzazioni abbiamo deciso di replicare in Italia un’azione di sensibilizzazione realizzata in molte capitali europee per chiedere il Cessate il fuoco immediato a Gaza, proiettando appunto questa richiesta a Castel Sant’Angelo. L’azione è legata all’appello internazionale #CeaseFireNow che ha raggiunto in poco tempo 1 milione di firme, un appello che stiamo continuando a sostenere tenendo alta l’attenzione sul conflitto attraverso i nostri canali social.
A dicembre abbiamo lanciato un nuovo rapporto Stop the War on Children: Let Children live in Peace, che mappa le violazioni sui bambini nei conflitti e lanciato su TikTok l’iniziativa Una canzone per la pace in cui tre creator hanno realizzato dei brani musicali a partire da una poesia scritta da una ragazza siriana di 15 anni costretta a fuggire dalla propria casa, a Raqqa, in Siria, a causa della guerra. L’iniziativa ha avuto una fortissima risonanza e ci ha permesso di parlare di tutti i bambini che perdono tutto a causa della guerra.
Alcuni risultati di comunicazione
- Circa 500 uscite media hanno veicolato i dati dei nostri rapporti o rilanciato le nostre attività tra febbraio e marzo.
- A febbraio abbiamo coinvolto i giornalisti italiani che nel precedente anno erano stati inviati in Ucraina chiedendo di condividere un racconto personale di quella esperienza come modo per mostrare l’impatto della guerra sui bambini. Sedici di loro hanno aderito al nostro appello.
- L’engagement della campagna sui social è stato molto alto a riprova dell’interesse suscitato dalla tematica.
- La campagna online sui vari social ha raggiunto oltre 14 milioni di persone. Il video di lancio della campagna è stato visto da oltre 10 milioni di persone e in generale ha avuto un engagement social molto alto rispetto alla media, dell’oltre 11%.
Qui Vivo
In Italia quasi 3 milioni e 800 mila bambini, bambine e adolescenti vivono nelle grandi città metropolitane. Per molti di loro questo significa crescere in quartieri inospitali, privi di servizi e di spazi per il gioco e le relazioni. Allo stesso tempo, proprio dalle periferie - periferie geografiche, sociali ed educative - oggi nascono silenziosamente le esperienze più significative di protagonismo dei ragazzi, di auto-organizzazione delle comunità, di impegno educativo delle scuole e delle realtà del terzo settore. Lavorare sui territori significa fare spazio a queste esperienze di rigenerazione sociale ed educativa, non lasciare da soli, ma sostenere chi vive questi territori.
Lavoriamo in questi luoghi insieme a tanti ragazzi e ragazze, oltre a realtà territoriali, scuole, istituzioni, per contribuire a renderli quartieri in cui crescere. Perché è qui che i ragazzi vogliono sentirsi vivi.
La campagna e le attività di comunicazione
Qui Vivo è l’asserzione decisa che indica il senso di appartenenza di chi abita le periferie, ma ci dice anche che il luogo in cui si vive dovrebbe essere vivo, stimolante, e far sentire vivo chi lo abita. Una promessa precisa.
Con questa campagna, promossa anche grazie alla settimana di sensibilizzazione RAI (23 29 ottobre) e a diversi testimonial di campagna che sono stati ospiti all’interno dei programmi, abbiamo raccontato il programma Qui, Un Quartiere per crescere, un progetto nato in quartieri particolarmente poveri di servizi e opportunità per i minori, che si basa sulle specifiche esigenze di ciascun territorio e ha l’obiettivo di attivare un cambiamento generazionale nel lungo periodo, spezzando il circolo vizioso delle povertà, attraverso la partecipazione attiva dei ragazzi nel percorso di trasformazione del territorio.
Abbiamo, inoltre, lanciato una petizione, rivolta al Governo, chiedendo di assicurare a tutti i bambini delle periferie italiane educazione di qualità e opportunità di crescita, partendo da due misure specifiche: garantire scuole aperte tutto il giorno, a partire dai territori dove minore è l’offerta educativa, e stanziare fondi per dotare tutti gli edifici scolastici di una palestra per le attività sportive e di una biblioteca. Per promuoverla abbiamo sviluppato dei reportage dai quartieri in cui operiamo con i nostri testimonial Cesare Bocci e Francesca Chillemi e gli influencer Barbascura X e Claudio Di Biagio, che ci hanno permesso di dare grande visibilità ai ragazzi e i territori in cui vivono.
Per ampliare la nostra platea abbiamo utilizzato anche l’intelligenza artificiale, guidata dai ragazzi dei nostri progetti. A partire dai loro desideri, le loro denunce, le loro aspirazioni rispetto ai luoghi in cui vivono sono state generate alcune immagini della campagna.
Alcuni risultati di comunicazione
- Il lancio ha ricevuto nella prima settimana una grande attenzione da parte dei media sia a livello nazionale che locale, anche grazie alla settimana di sensibilizzazione in partnership con la RAI e con la Lega di Serie A di calcio. La copertura della prima settimana conta un totale di oltre 450 uscite media.
- 30 mila persone hanno firmato la petizione nei primi mesi dal lancio.
- Oltre 2 milioni di reach su Facebook dei principali post sulla campagna.
I giovani hanno tante idee, basta ascoltarli
Quando sono andata a Ostia a visitare uno dei progetti di Save the Children ho potuto vedere l’enorme lavoro che fanno con i ragazzi e le ragazze che vivono nei quartieri più svantaggiati, cercando di migliorare quelle zone, di fornire servizi e opportunità, di renderli più accoglienti e vivi. In questi spazi si potrebbero fare tantissime cose per i giovani, che per primi hanno idee chiare ed innovative su come farlo: andrebbero semplicemente visti e ascoltati.
Petizione cittadinanza
Nel nostro Paese ci sono bambine, bambini e adolescenti “italiani” di fatto ma non di diritto.
Anche se nati o arrivati in Italia da piccolissimi e vissuti sempre qui, in base ad una legge vecchia trent’anni, questi minori possono ottenere la cittadinanza solo quando diventano maggiorenni e dopo un complesso iter burocratico.
Solo nelle nostre scuole sono più di 800 mila i bambini che vivono questa situazione. Si tratta di studenti che spesso hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola e il cui percorso scolastico è reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana.
Per tutti loro abbiamo lanciato un appello alle istituzioni per chiedere di riformare la legge sulla cittadinanza italiana per i bambini nati o cresciuti in Italia.
Le attività di comunicazione
A settembre, in occasione del rientro a scuola, abbiamo lanciato il rapporto Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane. Il documento analizza le sfide degli studenti con background migratorio e sottolinea l’opportunità, per il nostro Paese, di riconoscere e valorizzare le diversità a scuola e superare gli stereotipi legati al percorso migratorio, con proposte capaci di sostenere una scuola inclusiva e multiculturale.
Per abbattere le diseguaglianze, un passo indispensabile, e da lungo tempo atteso, è il riconoscimento della cittadinanza italiana alle bambine e ai bambini nati nel nostro Paese, o entrati da piccoli, anche per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità nella quale crescono e spingere in avanti le loro aspirazioni per il futuro. Abbiamo deciso di declinare il nostro appello alle istituzioni in una forte petizione che da un lato si rivolge al Parlamento per chiedere di discutere e approvare una riforma della legge sulla cittadinanza al passo con i tempi e rispondente alla domanda di appartenenza delle nuove generazioni; dall’altro chiama in causa il Governo per sostenere concretamente l’inclusione delle studentesse e degli studenti figli di genitori stranieri.
Attorno alla petizione abbiamo costruito una serie di azioni, principalmente online, di rilancio del nostro appello, approfondimento della tematica e coinvolgimento di influencer e attivisti vicini alla causa.
Tante le firme importanti che hanno sostenuto la petizione tra cui Niccolò Ammaniti, Anna Foglietta, Piero Pelù, Michela Andreozzi, Caterina Balivo, Caterina Guzzanti, Claudio De Lillo.
Alcuni risultati di comunicazione
- Il rapporto Il mondo in una classe ha avuto una copertura giornalistica ampia e di grande qualità, con 286 uscite in totale di cui oltre 100 hanno citato anche la petizione.
- Nei primi 3 mesi di promozione della petizione abbiamo superato le 90 mila firme.
- I contenuti per promuovere la petizione online hanno raggiunto oltre 2 milioni di persone generando moltissime conversazioni sul tema.
Le nostre celebrities supporter
Tanti sono gli artisti che credono nella missione dell’Organizzazione e che sostengono le nostre campagne per amplificare la voce di tanti bambini e bambine e per raccontare quanto ancora c’è da fare per dare loro un futuro.
Un ringraziamento speciale va ai nostri ambasciatori: Elisa, Giovanni Allevi, Cesare Bocci. Un enorme grazie va anche ai tanti artisti che da anni ci supportano, tra cui: Michela Andreozzi, Caterina Balivo, Alessio Boni, Paolo Borzacchiello, Rossella Brescia, Gianrico Carofiglio, Francesca Chillemi, Tosca D’Aquino, Claudia De Lillo, Isabella Ferrari, Caterina Guzzanti, Francesco Montanari, Noemi, Silvia Salemi, Roberto Saviano, Syria, Tinto, Francesca Valla, Anna Valle.
Grazie anche a tutti coloro che hanno sostenuto le nostre campagne e iniziative: Biagio Antonacci, Barbascura X, Davide Besana, Alessandro Del Piero, Claudio Di Biagio, Neva Leoni, Chiara Gamberale, Mammadimerda, Francesca Mannocchi, Emma Marrone, Valentina Melis, Laura Pausini, Azzurra Rinaldi, RDS Next, Bruno Vicente, Tlon. Ringraziamo inoltre la Federazione Italiana Pallavolo per averci supportato durante la manifestazione degli Europei, nei mesi di agosto e settembre.
Un grazie a tutte le celebrities e gli influencer che hanno aderito al nostro Christmas Jumper Day: Michela Andreozzi, Cesare Bocci, Paolo Borzacchiello, Rossella Brescia, Caterina Guzzanti, Neva Leoni, Tinto, Francesca Valla. Grazie anche a: Paolo Camilli, Davide Campagna, Fabrizio Colica, Ludovica di Donato, Family Welcome, Andrea Filocomo, Marica Ferrillo, Flavia Imperatore, Bruno Mascarenhas, Minimad, Verdiana Ramina.