Un operatore durante una visita di controllo della piccola M., guarita dalla malnutrizione, nel campo di Cox Bazar, Bangladesh
credits: Allison Joyce per Save The Children

Programmi internazionali

Se nel 2020 la pandemia improvvisa aveva richiesto una rivisitazione dei progetti in corso per assicurare la continuità di intervento, nel 2021 abbiamo ormai integrato il Covid-19 come elemento di contesto nel quale operare. Il design e l’implementazione dei progetti contengono quindi tutti quegli elementi che li hanno resi adattabili, organici e capaci di rispondere alle esigenze e ai cambiamenti indotti dalla pandemia per perseguire gli obiettivi globali della nostra organizzazione: che bambine e bambini possano godere del diritto ad un’istruzione di qualità, a cure sanitarie adeguate e ad essere protetti da violenze e abusi. Nei progetti di educazione, ad esempio, abbiamo rafforzato le modalità flessibili e innovative di didattica e le abbiamo adattate a ciascun contesto. In particolare, abbiamo sostenuto fortemente il lavoro globale a favore dei minori più fragili e vulnerabili contribuendo a meglio (migliorando la capacità di identificare e soddisfare i loro bisogni specifici) identificare e rispondere ai loro bisogni specifici. Abbiamo continuato a realizzare programmi di supporto alle campagne di vaccinazione, sostenendo i sistemi sanitari nazionali in modo particolare nella loro capacità di prevenzione e gestione del Covid-19 e abbiamo mitigato l’impatto socioeconomico della pandemia sui minori.

Seguendo la nostra strategia 2019-2021 e il principio “Leave no one behind” (Non lasciare nessuno indietro) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, abbiamo continuato a focalizzare i nostri interventi sui gruppi di minori più svantaggiati ed emarginati: quelli che sono i più deprivati dei loro diritti fondamentali per condizioni sociali, povertà, genere, appartenenza etnica, con disabilità, perché coinvolti in fenomeni migratori o perché nati in un Paese in conflitto o colpito da catastrofi naturali,. La pandemia stessa ha accelerato diseguaglianze sociali, aggravato emergenze preesistenti e ne ha create delle nuove. Save the Children Italia ha lavorato per rispondere prontamente a queste nuove esigenze per contribuire agli obiettivi dei paesi in cui siamo presenti.

Un elemento sempre più fondamentale della nostra programmazione è la localizzazione, intesa come crescente rafforzamento del ruolo dei nostri partner e interlocutori locali, per assicurare cambiamenti sostenibili di lungo periodo e aumentare l’impatto dei nostri interventi, in collaborazione con i governi e gli attori nazionali e locali sul campo. In questo contesto abbiamo inoltre reso più forte il nostro lavoro con le comunità locali e con i minori affinché questi ultimi diventino attori di un cambiamento positivo e futuri leaders.

Abbiamo continuato a promuovere approcci tematici efficaci (i “Common Approaches”) in 19 Paesi in Africa subsahariana, Asia, America Latina, Medio Oriente e nel Sud-Est Europa. I Common Approaches ci permettono di adattare i progetti alle specificità dei diversi contesti e ai bisogni dei minori nelle aree di intervento e garantiscono la qualità dei nostri interventi.

Di seguito presentiamo le nostre iniziative strategiche sulle aree prioritarie che abbiamo identificato.

Educazione

Nel 2021 abbiamo continuato il nostro impegno per la promozione, l’accesso e la qualità dell’educazione prescolare (per bambine e bambini da 0 a 6 anni), che è fondamentale per porre le basi del processo di apprendimento e per assicurare una transizione efficace verso la scuola primaria. Abbiamo sviluppato delle Linee Guida, tradotte in tre lingue, per supportare educatori, caregivers, comunità ed insegnanti nel facilitare questo delicato passaggio nel percorso educativo dei minori. Molti dei programmi realizzati tramite il Sostegno a distanza includono interventi in questo settore, sostenendo centri per la prima infanzia dove i più piccoli vengono stimolati ad apprendere.

L’accesso ad un’educazione inclusiva e di qualità per tutti i minori è una nostra priorità strategica. Nel 2021, abbiamo formato insegnanti, posto l’attenzione sull’accessibilità degli spazi, sulla fornitura di materiali per la didattica inclusiva e ci siamo focalizzati sull’accesso all’educazione per minori con disabilità o appartenenti a minoranze etniche.

Per continuare a fronteggiare la pandemia e la chiusura più o meno prolungata delle scuole, abbiamo supportato l’accesso a dispositivi per la didattica a distanza tramite kit scolastici e giochi educativi per l’apprendimento, incentivato l’utilizzo di tecnologie digitali nei paesi ove fosse rilevante e modalità innovative di apprendimento mediante diversi canali di comunicazione (quali radio, SMS, WhatsApp e TV). Gli operatori e le operatrici di comunità di Save the Children hanno attivamente incluso i genitori perché potessero supportare l’educazione da casa dei minori.

Al momento della riapertura delle scuole, abbiamo investito per un rientro in sicurezza e il recupero dell’insegnamento perso, ma abbiamo anche rafforzato i sistemi igienico-sanitari, fornendo interventi di protezione, di supporto psicosociale per gli studenti ed un sostegno economico alle famiglie. Abbiamo rivolto un’attenzione particolare a bambine e bambini con disabilità e alle loro famiglie.

Fatuma è felice per i progressi del suo bambino

Mio figlio Abdikadir non aveva mai detto una parola, era molto aggressivo. Le mie notti erano piene di stress e insonni, pensando che non sarebbe riuscito a parlare e socializzare con altri bambini. Grazie al programma di prima infanzia [il centro ECE– centro di educazione prescolare] che Save the Children ha portato a casa nostra, Abdikadir ora dice alcune parole, scrive e legge lettere dopo gli insegnanti. Vedo un grande miglioramento sociale, fisico e mentale.
Fatuma, mamma di Abdikadir, Somalia. Abdikadir è uno dei 2.300 bambini e bambine tra i 3 e i 6 anni che il progetto mira a raggiungere attraverso i 10 centri di educazione prescolare di Save the Children nel Paese.

Protezione

I nostri programmi continuano a tutelare e promuovere i diritti dei minori, con un focus specifico sulle persone sfollate e coinvolte nella migrazione a causa di guerre, catastrofi ambientali e cambiamenti climatici.

Lavoriamo nei paesi di origine delle persone che migrano, come lo Zimbabwe, nei paesi di transito, come l’Egitto, e in quelli di destinazione, come la Giordania o il Sudafrica. Ad esempio, i nostri programmi sensibilizzano giovani e adolescenti rispetto ai rischi associati alla migrazione non sicura. Lavoriamo anche accanto ai minori in transito lungo le rotte interne all’Africa e lungo la rotta Balcanica, al fine di rafforzare i sistemi di protezione per i minori che viaggiano soli e che sono a rischio di sfruttamento e violenza ed offriamo loro opportunità di apprendimento. In modo simile, implementiamo programmi di protezione ed educazione per i rifugiati siriani in Giordania ed in Libano. In Etiopia, implementiamo progetti nei luoghi di origine delle persone che migrano e supportiamo quelle che tornano dall’Arabia Saudita o da altre zone dell’Africa, tramite misure di reintegrazione nelle comunità di origine. In Egitto continua il nostro impegno di sostegno psico-sociale e a favore dell’accesso a servizi di base per i minori a rischio di migrazione insicura, di rifugiati e richiedenti asilo.

Contrasto alla povertà e all’insicurezza alimentare

I nostri progetti mirano a contrastare la povertà e l’insicurezza alimentare e a rafforzare la resilienza delle popolazioni e delle famiglie più vulnerabili.

Il nostro lavoro vuole limitare gli effetti negativi delle emergenze, inclusi i cambiamenti climatici e la pandemia. In questo senso va letto il trasferimento di denaro a famiglie particolarmente vulnerabili in Somalia, Yemen, Sud Sudan e Uganda, associandolo poi a formazioni e sensibilizzazione per rafforzarne la resilienza economica. In contesti come il Malawi o El Salvador abbiamo sostenuto l’avvio o l’espansione di attività generatrici di reddito, promosso formazioni a proposito di tecniche per gestire i raccolti e il bestiame e prepararsi a eventi climatici estremi o epidemie, abbiamo promosso la coltivazione di cibo diversificato e altamente nutriente per il consumo e la vendita.

Abbiamo lavorato per testare e replicare nuovi Common Approaches per rispondere in maniera efficace e di qualità a eventi climatici o economici e alle conseguenze del Covid-19 e per evitare che l’impatto di questi eventi ricada sulla sicurezza economica e alimentare delle famiglie più vulnerabili. Abbiamo lavorato sulla promozione della sicurezza alimentare e sull'accesso a cibo sano e nutriente, ad esempio in Malawi, e sul sostegno all’empowerment dei giovani, in El Salvador, lavorando lungo la filiera alimentare per promuovere pratiche agricole sostenibili e adeguate ai bisogni nutrizionali dei minori. In Kenya abbiamo contribuito alle politiche di protezione sociale nei paesi più impattati dalle crisi climatiche e associato questi interventi ad attività per promuovere l’eguaglianza di genere e i diritti di persone con disabilità in Indonesia.

La pandemia ha messo a dura prova i giovani, costringendoli a trovare delle soluzioni per far fronte all’isolamento sociale e alla crisi economica, eppure la loro resilienza e capacità di innovazione in questa difficile fase sono state illuminanti. Ci siamo ispirati a loro per ideare progetti di Youth Empowerment in Albania, Bolivia, Nepal e Uganda,che promuovono il benessere ed il protagonismo dei giovani adolescenti come agenti del cambiamento. In questi progetti, che saranno rilanciati per una nuova fase fino al 2026, gestiamo il rischio di precarietà economica e di isolamento sociale, includendo i giovani tra i 12 e i 22 anni in condizione di vulnerabilità e povertà. Inoltre, manteniamo un approccio olistico volto a promuovere un ambiente che favorisca la realizzazione del pieno potenziale personale e professionale dei giovani ed a rispondere ai loro bisogni.

Un lavoro di squadra per rafforzare l’autonomia dei giovani

Per realizzare il Centro di Informazione per Giovani, il comune di Badimalika ci ha offerto il locale, internet, elettricità e supporto finanziario. Save the Children, attraverso il programma Youth Empowerment sostenuto da Bulgari, ci ha supportato con mobili, computer e lavagne, ha offerto supporto logistico e finanziario e ci ha aiutato ad attivare un numero verde per espandere le attività del Centro. Con i nostri progetti, abbiamo sostenuto 448 giovani.
Prashant, Presidente del Centro di Informazione per Giovani nella località di Badimalika, Nepal dove Save the Children collabora con il Comune e con un’altra NGO locale, Peace Win Bajura. Il centro supporta opportunità lavorative per i giovani e offre servizi per loro.

Salute e nutrizione

Abbiamo sviluppato progetti di nutrizione, prevenzione, assistenza materno-infantile e informazione sulla salute per assicurare le cure necessarie alle madri e ai loro bambini, per combattere la malnutrizione e assistere le donne e i neonati prima, durante e dopo il parto. In tutti i progetti abbiamo predisposto un piano di risposta alla pandemia di Covid-19 e realizzato interventi multisettoriali e salvavita rivolti ai minori e alle famiglie colpite dai conflitti e dalla siccità. In particolare, abbiamo fornito assistenza medica e supporto alla nutrizione degli infanti in aree rurali attraverso la mobilitazione di centri di salute mobili come in Afghanistan, garantito l’identificazione precoce e il trattamento di casi di malnutrizione tra i minori di meno di 5 anni e le donne in gravidanza o in allattamento come in Somalia, rafforzato l’accesso ai servizi di salute come in India, sensibilizzato i giovani in tema di salute sessuale e riproduttiva (Nepal, Bolivia), supportato le popolazioni colpite da cambiamenti climatici e dalla pandemia con progetti di prevenzione che includono il miglioramento dei mezzi di sostentamento delle famiglie, componenti di riduzione del rischio, sicurezza alimentare, salute, servizi idrici e igienico-sanitari (Corno d'Africa, Malawi, Mozambico, Sudafrica).

Emergenze umanitarie

Nel 2021 abbiamo assistito all’insorgere di nuove crisi umanitarie, così come al protrarsi di emergenze già presenti da anni nello scenario globale.

Le cause sono da ricercare nei sempre più diffusi fenomeni naturali estremi (cicloni, alluvioni e siccità) dovuti al cambiamento climatico, nei conflitti esacerbati da dinamiche tra stati che faticano a individuare soluzioni tramite il dialogo multilaterale e anche dall’impatto della pandemia da Covid-19. Tra le conseguenze più evidenti di questi fattori vanno segnalate un aumento senza precedenti della malnutrizione in numerose zone del pianeta (soprattutto in Africa ed in alcune zone dell’Asia), a cui abbiamo dato visibilità con il rapporto Emergenza Fame ed il numero più alto mai registrato di persone sfollate o in cerca di asilo. Save the Children Italia ha risposto a queste sfide con un impegno senza precedenti, in particolare per la prevenzione delle emergenze, per portare aiuti urgenti dove necessario e per accompagnare la riabilitazione post-emergenza.

Siamo intervenuti a fianco di bambine e bambini che soffrono le conseguenze della guerra come nel caso dei conflitti pluriennali in Siria e Yemen, ma anche in Afghanistan, in Etiopia, in Myanmar e a Cabo Delgado in Mozambico. Abbiamo sostenuto programmi contro la malnutrizione infantile nei paesi più colpiti dalla siccità come nel Corno d’Africa e nel Sahel, ed abbiamo risposto all’emergenza ad Haiti colpita dal terremoto.

Per una vista specifica sulle emergenze e le crisi umanitarie più importanti a cui abbiamo risposto nel corso del 2021 si rimanda alla sezione dedicata “Risposta alle emergenze”.

Cooperazione Internazionale: il nostro impegno sulle politiche e sulle risorse

Nel 2021 l’Italia ha ospitato due importanti processi internazionali: il G20 e la Conferenza Youth4Climate in vista della Conferenza sul Clima COP26.

Durante la presidenza di turno del G20, abbiamo fortemente supportato, insieme a molte altre organizzazioni di società civile e del mondo religioso, una nuova emissione di diritti speciali di prelievo pari a 650 miliardi di dollari da investire, per una parte significativa, a beneficio dei paesi a basso e medio reddito (LMIC) per contrastare gli effetti della crisi socio-economica da Covid-19 e abbiamo portato la voce delle ragazze ai tavoli del G20 con un momento di approfondimento nella cornice del Women20, perché la lotta alla discriminazione e agli stereotipi di genere assuma sempre più un ruolo centrale nell’agenda politica internazionale.

(Nota: I diritti speciali di prelievo - abbreviato DSP, in inglese special drawing rights - sono un particolare tipo di valuta. Si tratta dell'unità di conto del FMI - Fondo Monetario Internazionale - il cui valore è ricavato da un paniere di valute nazionali, rispetto alle quali si calcola una sorta di "comune denominatore": il risultato è il valore dei DSP. Non solo il Fondo monetario internazionale si serve dei DSP: alcuni paesi valutano la loro moneta in diritti speciali di prelievo; di questa unità di conto ci si serve anche all'interno di Convenzioni internazionali.)

Rispetto alla Conferenza sul Clima COP26, abbiamo invece organizzato l’evento Children and Youth Voices on the climate crisis, alla vigilia dell’evento ufficiale Youth4Climate di Milano, al fine di creare un confronto diretto fra il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e i ragazzi e le ragazze provenienti da varie zone del mondo e portare così le loro testimonianze e raccomandazioni per politiche rispettose dell’ambiente e delle nuove generazioni.

Abbiamo naturalmente continuato a lavorare sui temi per noi prioritari quali l’educazione, la protezione dei minori nei conflitti, nelle emergenze e nella migrazione, i diritti dei bambini e delle bambine coinvolti nel lavoro minorile, e le risorse pubbliche per la cooperazione internazionale allo sviluppo. Sul tema educazione abbiamo fortemente supportato l’incremento del contributo italiano alla Global Partnership for Education (GPE), effettivamente annunciato dalla Viceministra Sereni in occasione dell’evento co-organizzato da Save the Children, Ministero Affari Esteri (MAECI), Global Partnership for Education e Global Coalition for Education. Inoltre, nell’ambito del MED/Cooperation Forum abbiamo organizzato l’evento Shaping the future Mediterranean: education, technical and vocational training for sustainable development, con MAECI – CIHEAM e ISPI, nel quale abbiamo portato l’esperienza e l’approccio della nostra organizzazione nel lavoro con gli adolescenti ed i giovani in Albania nell’ambito dello YEB (Youth Empowerment Bulgari).

Per continuare il nostro impegno di advocacy e sensibilizzazione sulla tematica diritti umani e impresa, abbiamo partecipato alla consultazione pubblica per la predisposizione del Secondo Piano d'Azione Nazionale (PAN) su Impresa e Diritti Umani (2022-2026), inserendo alcune raccomandazioni specifiche per ridurre i rischi e mitigare le violazioni dei diritti di bambine e bambini lungo la catena di fornitura delle imprese; abbiamo organizzato eventi coinvolgendo diversi stakeholder per analizzare le cause e proporre soluzioni per eliminare il lavoro minorile, a partire dai nostri progetti in Costa d’Avorio e Vietnam.

Rispetto alla protezione dei minori nei conflitti armati, insieme al Ministero Affari Esteri Italiano, la Cooperazione Spagnola e la Global Coalition to Protect Education in Armed Conflict, abbiamo organizzato un evento in seno ai Dialoghi sul Mediterraneo (MED Dialogue) 2021 e abbiamo portato la voce di bambine e bambini nei conflitti armati. Daniela Fatarella, CEO di Save the Children Italia, ha affermato l’importanza di dare diffusione alla Safe Schools Declaration per la protezione degli edifici scolastici dagli attacchi. L’evento - Protecting Children in Armed Conflict and the Safe Schools Declaration - A Mediterranean Perspective - ha contribuito a riconoscere l’Italia, durante la Conferenza di Abuja sulla Safe Schools Declaration, come uno degli Stati più attivi nella diffusione della dichiarazione e delle buone pratiche per la protezione dell’infanzia nei conflitti armati.

Rispetto all’Emergenza Afghanistan abbiamo ottenuto la creazione nel MAECI di Tavoli di lavoro dedicati, sia politici che tecnici e l’allocazione di risorse straordinarie (fondi del Decreto Missioni spostati sull’emergenza).

Infine, sul tema dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) abbiamo supportato, insieme ad un’ampia coalizione di società civile, alcune proposte emendative alla Legge di Bilancio volte ad aumentare i fondi al canale bilaterale e a rendere possibile lo spostamento delle cospicue risorse per l'accoglienza dei migranti, non utilizzate dal Ministero dell'Interno, al MAECI per attività di cooperazione allo sviluppo.

Programmi internazionali: i numeri per aree tematiche

Paesi di intervento

Totale Paesi 58
Educazione 32
Salute e nutrizione 26
Protezione 37
Contrasto alla povertà 50

Progetti

Totale progetti 246

di cui:

  • 120 progetti di sviluppo
  • 126 interventi di emergenza
Educazione 60

di cui:

  • 52 progetti di sviluppo
  • 8 interventi di emergenza
Salute e nutrizione 33

di cui:

  • 8 progetti di sviluppo
  • 25 interventi di emergenza
Protezione 58

di cui:

  • 29 progetti di sviluppo
  • 29 interventi di emergenza
Contrasto alla povertà 95

di cui:

  • 31 progetti di sviluppo
  • 64 interventi di emergenza

Persone raggiunte nel mondo

Totale persone raggiunte 3.863.140 +4% rispetto al 2020
Educazione 1.446.097 37%
Salute e nutrizione 1.108.223 29%
Protezione 429.418 11%
Contrasto alla povertà e sicurezza alimentare 879.402 23%

Principali finanziatori

5xmille, Accenture, Giorgio Armani, Bonellierede, Bulgari, Commissione Europea, Discovery, Donatori individuali, ECHO, Ferrero, Fondation Alta Mane, Fondazione Biscaretti, Fondazione CISCO, Fondo solidale Cgil, Cisl e Uil, Fondazione Lavazza, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD ), Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ), Mastercard, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell'interno, Ministère de L’Europe et des affaires entrangères, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), Save the Duck, Unicef.

Cosa significa lavorare in “contesti” di sviluppo ed emergenza?

La nostra programmazione può essere categorizzata in interventi svolti in "contesto di sviluppo" e in "contesto di emergenza". La differenza nasce, appunto, dal contesto in cui operiamo.

Il contesto di emergenza è quello caratterizzato da una crisi acuta o cronica - ad esempio una catastrofe naturale improvvisa, come un'inondazione o un terremoto - o prolungata, come la lenta avanzata dei fenomeni di cambiamento climatici o una guerra decennale. In questi contesti, i nostri interventi includono attività come la fornitura di servizi essenziali per salvare vite umane, supportare le popolazioni con accesso al cibo, offrire protezione, alleviare il disagio psicologico, ripristinare condizioni di vita dignitosa.

Gli interventi di sviluppo sono implementati in contesti dove lavoriamo in collaborazioni con gli stakeholder o le autorità locali a sostegno del sistema di welfare e delle politiche sociali ed economiche dei paesi di intervento per promuovere, in particolare, il benessere di bambine e bambini e l'accesso ai diritti per loro, le loro famiglie e le loro comunità.

Le infografiche seguenti mettono in evidenza le informazioni più significative dei nostri progetti in contesti di sviluppo e di emergenza realizzati nel 2021.

Fondi Globali per massimizzare la copertura geografica e l’impatto dei progetti

Save the Children fa parte di un movimento di trenta organizzazioni sorelle. Tutte le Save the Children del mondo possono finanziare direttamente i propri progetti, oppure mettere in comune con gli altri membri del movimento i fondi raccolti, per massimizzare la copertura geografica e l’impatto dei progetti a livello mondiale. La seconda modalità si basa sui pool funds, o Fondi Globali. Save the Children Italia da anni contribuisce attraverso i Fondi Globali a molti dei progetti di emergenza. Questo pool fund, chiamato Humanitarian Fund, permette infatti di implementare attività di risposta immediata o preparazione alle crisi e di mettere in piedi attività di mitigazione delle emergenze nei paesi in cui la famiglia di Save the Children è presente. Lo strumento di raccolta fondi alla base dell’Humanitarian Fund è il Children Emergency Fund (CEF). Contribuito anche al Fondo Globale Safe Back to School (SB2S), “Ritorno in sicurezza a scuola”, un fondo eccezionale creato nel 2020 per assicurare una veloce risposta all’impatto dell’emergenza pandemica sull’educazione dei minori. A Save the Children stiamo perseguendo una strategia di rafforzamento sempre maggiore dei pool fund, in particolare dell’Humanitarian Fund, in nome della collaborazione tra membri della famiglia Save the Children. Questi fondi ci permettono di agire tempestivamente dove c’è più bisogno, dove c’è meno visibilità mediatica, o dove vogliamo prevenire l’acuirsi di una crisi.

Paesi con progetti finanziati nel 2021 attraverso i Fondi Globali

Bangladesh, Cambogia, Colombia, eSwatini, Guatemala, Honduras, Iraq, Laos, Liberia, Nicaragua, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana, Sierra Leone, Siria, Sri Lanka, Sudan, Tanzania, Thailandia, Turchia, Venezuela.

Nelle schede geografiche seguenti, il box Progetti finanziati attraverso i Fondi Globali riporta i numeri relativi ai Paesi e ai progetti finanziati attraverso questi fondi.